Dopo la convenzione entrata in vigore nel gennaio 2025, la Città di Camisano Vicentino e Grumolo della Abbadesse hanno unito le forze (5 agenti operativi) per collaborare nella gestione della sicurezza e del servizio di polizia locale. Il 25 ottobre 2025 il taglio del nastro nella nuova sede camisanese della Polizia Locale: dopo oltre un ventennio il presidio è stato trasferito da Piazza Libertà alla vicina Piazza del Vicariato Civile. Alla presenza di Filippo Romano, Prefetto di Vicenza, dei sindaci Renzo Marangon e Andrea Turetta, primi cittadini rispettivamente di Camisano Vicentino e di Grumolo della Abbadesse, di Elisa Bastianello, sindaco di Grisignano di Zocco, e del Consigliere Regionale Milena Cecchetto, con la benedizione religiosa impartita da don Simone Bonello, la nuova sede ha aperto i battenti.
Dopo i saluti di rito scambiati nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale, il Prefetto ed il Sindaco della Città di Camisano Vicentino, nell’inaugurare la nuova struttura, hanno ricordato l’investimento sostenuto (oltre 200 mila euro di cui metà provenienti dal Ministero dell’Interno) e le nuove tecnologie utilizzate che permetteranno un controllo capillare del territorio e garantiranno la sicurezza dei cittadini: la nuova centrale operativa potrà avvalersi di un centinaio di telecamere e 14 varchi.
La moderna tecnologia di videosorveglianza permetterà anche una sinergia con tutte le forze dell’ordine: «Ora abbiamo una struttura all’avanguardia che ci consentirà di osservare meglio il territorio – ha puntualizzato Marco Polato, Comandante della locale Polizia Municipale – e permetterà di fornire le immagini per eventuali indagini a Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza.
Un ringraziamento va all’Amministrazione e, soprattutto, ai cittadini: se i servizi ci sono e funzionano è anche merito di chi paga le tasse regolarmente». In chiusura l’intervento di Andrea Turetta, Sindaco di Grumolo delle Abbadesse: «Questa è una sede bella e moderna ma la differenza la fanno le persone. Grazie a coloro che sono sulla strada tutti i giorni: hanno famiglia e rischiano la vita per senso dello Stato».





